The set of rules at the base of this architecture computer has long since lost the reference two-dimensional, to submit to a three-dimensional logic, where the problem of representation through numerical models has been replaced mathematical models. As in Flatland [1] there was possible to enter the third dimension so through the new modeling software (3D Studio Max, Rhinoceros, Maya) it is possible to interact dynamically shapes / surfaces designed with the elements present in project and then be riprodotti nel prototipo virtuale a tre dimensioni. La modellazione è sempre stata utilizzata per verificare la fattibilità o la bontà di un’idea o di un’invenzione, con l’introduzione dell’informatica si è progressivamente offuscata l’attitudine artigianale del modello, trasformandosi in un mix tra prototipo ed oggetto di produzione, combinando così la capacità di simulare il comportamento dell’oggetto nel mondo reale e la possibilità di modificarsi attraverso successivi adattamenti. Il modello digitale, ha modificato fortemente la concezione di modello, diventando uno degli strumenti fondamentali del formarsi dell’idea progettuale, quindi non più un operazione di verifica della visione progettuale, ma parte integrante di un unico processo interattivo di ideazione, misurazione e realizzazione del progetto.
In questo modo alle entità (i volumi e le superfici delle forme del progetto) vengono conferite proprietà vettoriali prima di essere introdotte all’interno di uno spazio differenziato da gradienti di forze. Invece di uno spazio di progetto neutrale e astratto, il contesto di progetto diventa uno spazio astratto attivo che dirige la forma all’interno di una corrente di forze che possono essere registrate come informazioni nella conformazione (shape) della forma. [….] L’architettura può essere modellata come un elemento attivo immerso nei flussi dinamici. [2] È rivoluzione! In this way the software contribute to the creation of complex shapes, deformation, fluid, interconnected and dynamic where the idea of \u200b\u200bsoil as a base platform is abandoned, to become integrated with the new geometries tended to define forms articulate and versatile. The transformation process, thus the geometrical point of view is closely related to the adoption of curves and surfaces based on parametric algorithms. This system allows the possibility of geometric distortion, stretch, stretch and compress an object, so it is easier to move from simple forms / primitive to complex forms. The object acquires Quality Plastics also ensuring aesthetic connotation. In particolare alla modellazione solida e alla geometria delle NURBS è affidato il compito di descrivere la genesi delle superfici che plasmano le nuove architetture del paesaggio.
In questo modo alle entità (i volumi e le superfici delle forme del progetto) vengono conferite proprietà vettoriali prima di essere introdotte all’interno di uno spazio differenziato da gradienti di forze. Invece di uno spazio di progetto neutrale e astratto, il contesto di progetto diventa uno spazio astratto attivo che dirige la forma all’interno di una corrente di forze che possono essere registrate come informazioni nella conformazione (shape) della forma. [….] L’architettura può essere modellata come un elemento attivo immerso nei flussi dinamici. [2] È rivoluzione! In this way the software contribute to the creation of complex shapes, deformation, fluid, interconnected and dynamic where the idea of \u200b\u200bsoil as a base platform is abandoned, to become integrated with the new geometries tended to define forms articulate and versatile. The transformation process, thus the geometrical point of view is closely related to the adoption of curves and surfaces based on parametric algorithms. This system allows the possibility of geometric distortion, stretch, stretch and compress an object, so it is easier to move from simple forms / primitive to complex forms. The object acquires Quality Plastics also ensuring aesthetic connotation. In particolare alla modellazione solida e alla geometria delle NURBS è affidato il compito di descrivere la genesi delle superfici che plasmano le nuove architetture del paesaggio.
[1] Flatlandia è il romanzo scritto da Abbott nel fine ottocento, dove viene descritto un ipotetico mondo bidimensionale, popolato da esseri bidimensionali tra i quali il quadrato, che descrive in prima persona le caratteristiche del mondo bidimensionale. Il quadrato viene rapito dalla sfera che gli rivela l’esistenza di altri mondi, dalla quello a tre dimensione a quello ad una dimensione (Lineland) fino a quello adimensionale (Pointland). La metafora del racconto serve all’autore per descrivere il concetto dimension by identifying it in the facts that characterize a given object in space and / or a certain moment in time.
[2] See : Greg Lynn, Animate Form, Princeton Architectural Press, New York, 1999, p.11, in, Matteo Zambelli, Landform Architecture, Edilstampa, Rome, 2006
0 comments:
Post a Comment